lunedì 29 settembre 2014

in guerra

Guerra cola tra i denti
si appende allo scheletro della lingua
dettandone il ritmo incostante...

Guerra si arrampica
sgraziata e potente
su gradini di ossa...

La vedi per strada
che urla sguaiata
sotto i lampioni...
vetri rotti negli occhi
e
il respiro corto del branco
 trema
 geme
minaccioso
e ottuso
con il suo giubbotto
di paura
e le tasche piene di sassi...

le aspettative si schiudono
disilluse
nel ventre umido
di una sacra notte indiana



martedì 23 settembre 2014

il compleanno degli incapaci

Sono venuti un giorno di mattina presto
sventolando ordine
nella riserva....

dissero che non avremmo più sentito niente
che non avremmo avuto più bisogno di sentire neanche lo schianto del sole
sulle nostre teste indiane....

i loro corpi speciali 
contro 
i nostro corpi fragili...

la loro regia 
contro
il nostro rumore...

Si rimane sulla soglia di pianerottoli mentali
derubati delle parole
con gli occhi saccheggiati dal calendario del tempo....

rincorrendo la fuga immobile dei pensieri
il vortice statico della paura di se...

Accorgendosi che anche il cervello può sanguinare...
colando  in viaggi obliqui
e
in tazze di caffè...

Senza riuscire a leggere i confini del corpo-altro
slegandolo dai confini del proprio
muovendosi a tentoni colpiti da cecità elettrica...
le facce spaccate a metà 
da sorrisi a tradimento...

dissero che non avremmo sentito più niente
dissero che non ne avremmo più avuto bisogno...

avevano torto.

domenica 21 settembre 2014

fuori tregua

I responsabili della tua paura
da prima pagina di giornale....

Hanno addomesticato
il sogno che clandestinamente tenevi per te,
urlandolo senza voce
al centro della discarica abusiva
dietro casa....
Lanciandoti da una torre di copertoni,
imitando quel pallone gonfiato di Icaro
sbattevi le braccia
per prendere il cielo....

La luna non sorge....
cola al contrario
anarchica rivolta celeste....
allunga il suo pallore scuro
sulle schiene dei cani randagi...
Profeti senza denti
che si fanno colare gocce
di addormenta dolore nelle vene usate
giurano di averla vista piangere e ridere insieme....




note insonni

Come mangrovie
si rimane invischiati
nella pericolosa palude
cerebrale....

Paranoie carnivore
aspettano immobili di
consumare i pensieri...

spingendo il corpo
ad essere ostaggio
di voragini notturne
fermi a fissare
un cielo soffitto pieno di buchi....

Pigiami sgualciti
piedi di cemento
sulle fronde polverose dei tappeti,
ipnotizzati
dallo scroscio costante
del rubinetto della cucina
che sembra scavare il muro....

Ci si fissa sconosciuti allo specchio.




venerdì 19 settembre 2014

sfratti in compra-vendita

Sono venuti a prendere
quello che potevano rivendere...

Il groviglio violaceo delle vene
quello lucido delle arterie...

Le sacchette dei polmoni
la borsa gonfia dello stomaco...

Stavano dimenticando
il cuore...
era troppo malandato.... dicevano
chi se lo sarebbe mai comprato
pieno di buchi....

Trivellato da tutte quelle
frasi
dette con superficialità....

Il corpo se lo sono trascinato via
come un gommone sgonfio,
caricandoselo sulle spalle magre....

Dalla strada si vedevano le
cicatrici.....
Strisce lucide
come autostrade bagnate di pioggia in mezzo al nulla di un respiro tagliato.




mercoledì 17 settembre 2014

li chiamavano clochard

Se ne sta lì
armato di neutralità

piedi esperti
e
un violino di cartone

ti guarda mentre di sfilacci
correndo sul binario del tram
investendo il vento
contro la forma delle braccia....

ignorando la paura dello schianto
fa ballare su frasi stonate
i suoi occhi di vetro...

Elemosinando il senso
del tempo...

occupazioni

La prima impronta di un incontro....

Scambio segreto
tra incapacità...

L'impossibilità incarnata
di afferrare la velocità...

anticipando le fughe
di passi precipitosamente confusi
in strade poco battute...

gli occhi restano occupati da sentieri,
tracciati con  china incerta
e immaginaria....

Gli abiti del corpo
restano occupati da organi armati
di sangue in corsa lenta...





martedì 16 settembre 2014

contro tempo

Quando ti hanno 
tagliato  la lingua
con una lametta usata
era già troppo tardi

avevi detto tutto

tutta la naturale verità
di cui erano capaci le tue bugie.......

la vernice rossa che affolla 
la tua bocca

non basterà .

A comprare la loro salvezza

hai dipinto le loro ombre
nello sfasciacarrozze osceno
della loro intimità...

Hai perso il loro tempo
facendoli cadere nella fuga ferma
di una notte spaccata
da eserciti di lampioni in divisa....

Avete perso le tracce
del respiro 
in un soffio di costole




in perdita

La vasca da bagno
resta piena di luna
e
sapone a basso costo...

si galleggia su bolle di confine
protetti da bacinelle
di plastica e trincea...

la lama dei sorrisi
sporca dello sputo dei sogni,
si dilegua nella geografia
tatuata
di tutte le occasioni
scivolate nello scarico del cesso...




zone di sosta

Anarchia chiede l'elemosina
agli angoli coagulati di strade vuote

nel parcheggio di un supermercato rosso e giallo
signore piene di misericordia
scacciano  cani e bambini
con il fondo degli occhi troppo scuro per potersi guardare....

dalle vostre macchine
comprate a rete
non potete vedere,
la spaventosa velocità
del cambiamento...


nel bosco di sabbia

Non ci hanno uccisi
ci hanno educati...

Con un grande risparmio
di sangue apparente

ci hanno insegnato
a camminare strisciando,
intimiditi dal nostro riflesso...
dal rumore cupo
dei nostri incendi....

hanno preso il nostro disordine
e lo hanno fatto diventare
colpevole di libertà...

Ci hanno violentato
ogni giorno una porzione in più

per fare in modo
che ci dimenticassimo
dei nostri corpi....

pagandoci per essere
sorridenti
integrati
e
sani....

hanno reso pericoloso
il sogno
e
la diversità....

Ci hanno preso a mazzate
l'anima
armati di tubi catodici
e
abbonamenti annuali...

costringendoci
in lacrime catatoniche
e democrazia....







lunedì 15 settembre 2014

il colore dell'acqua

Avevi le braccia troppo lunghe
e gli occhi troppo dubbiosi....

è per questo che
ti hanno presa
e immersa in una grande cisterna....

ridendo
mentre davi la caccia
al colore dell'acqua....

hanno cercato di dare tregua
al loro disordine
colpendoti forte
come se fossi un muro da buttare giù.....

il colore dell'acqua ha assorbito
i tuoi tentativi di fuga....


schiume

Il corpo sfilacciato delle pelle urbana
si confonde
sovrapponendosi a nuvole di smog....

Aveva dei fiori di plastica bianca...apolidi
nel groviglio di capelli scuri...

Correva sulla lingua del marciapiede
a piedi nudi...
cercando di evitare
briciole di vetro....

Stava a guardia della notte
puntando grandi occhi nudi
nel buio umido della soglia disattesa....

La piccola casa del corpo
non basta a contenere
il subbuglio discontinuo della proprietà...

Con la voglia contraria di sabotare
la proprietà
il senso
la dischiusura di palpebre di metallo
la strada
sotto suole inesperte
complici in tentativi di costruzione
oltre.....

mercoledì 10 settembre 2014

sos...pe..nsioni...di ritorno

Prendono appunti su corpi
di carta infortunata...

lo stupro di inchiostro
si consuma
tra costruzioni
e
distruzioni di frasi....

stati emotivi e cerebrali,

sul confine di un brutto bagno
a piastrelle verdi...

Confusi dal sapone di Marsiglia
e dallo scatto di una foto a tradimento...

ci si lascia andare
ingannati dall'odore della notte...

ferie

Sotto le macerie di quel disco piatto
e
infuocato...
Hanno trovato i resti
di un corpo-mondo
che chiamavano perduto

            ma che forse è stato solo
dimenticato....

Attaccati come ventose
alle vetrine dei supermercati
bambini grassi
guardano annoiati
i cartellini dei saldi

che fanno agitare
e
fremere
infelici-opache
sconfitte maternità....

Sembrano tutti pronti
ad affrontare una guerra
nucleare
o un giorno di vacanza in più.

martedì 9 settembre 2014

in-società

Ballano su tetti di lamiera sfondata
spirali di fumo ...
scalano il corpo del cielo
cercando le fratture
i buchi
le ferite di piccole galassie
monodimensionali...

Le visioni
costruiscono alterità
distruggendo lingue
e occhi in divisa...

Ci si sporca di respiri
in estreme solitudini
di corpi terrestri
extraurbani....

Alla corte sudicia
di acque di scolo
e luci al neon
si urla contro
il re del residuo emozionale...

trovate gli intrusi
in questo gran galà
pieno di rabbia
e società civile...








stasi contro stasi

Con mani soffocate da strati di lattice
hanno rapinato gli occhi
di un passante distratto....

Lo hanno lasciato con orbite vuote
accasciato su una barella di strisce pedonali...

mandando in tilt il traffico nell'ora di punta
di una città qualunque....

La guerra indifferente
e
precaria
in cerca di stabilità...
si snoda
agita
e
fa tremare
casse toraciche piene di buchi...

Nelle reti luminose di un semaforo
lo hanno visto strisciare
le mani
alla ricerca degli occhi.....
con lo sguardo scippato
lacrimava sangue e nostalgia
per le cose non viste
non vissute
perdute così...ancora prima di essersi reso conto di se....

Per caso le dita incerte trovarono due biglie di vetro
e allora tornò ad essere come tutti....


bambini....in grigio cemento

Volevano tutto
quei cuccioli di cane affamati....

sospesi tra istinto e animalità
avevano gli occhi lucidi
e le gengive rosa

mentre lottavano
furiosi
nella tinozza di acqua gelata...

affogati da bambini affamati
che volevano tutto...
prigionieri di un cortile
spiati da finestre cieche...

Hanno fatto in fretta
ridevano
piccoli denti aguzzi
e
frastagliati....
maciullano l'infanzia
nel loro privatissimo stato di natura...
Sperimentano la lingua densa
della crudeltà libera da morale...

Dicono sempre la verità...





fermate...riprese...in linea d'aria

Lasciata alle spalle
avanguardia operaia

cadete in una pozza di NAFTA sulla soglia
di Bengasi.....
Bengasi spalanca le fauci del re nudo...e il vostro respiro è fuori tempo

Una famiglia di fosforo bianco
sostituisce
quella della vecchia Democrazia Cristiana....

Ossessionati dai codici...
dalle ridicole paranoie borghesi...
facciamo le tane in angoli di appartamenti in affitto
sfondando il confine tra corpo e cervello...

Immaginando teste di toro su pali arrugginiti
sbirciamo il ballo osceno delle mosche...
Signori indiscussi di un tempo fermo,
ci accusiamo silenziosamente di necrofilia
e
banalità...

Avevi gli occhi secchi quel giorno
stridevano
sulla strada asfaltata della tua faccia onesta e perbene...
Ho creduto di poterti far intravedere
la disciplina spietata della libertà
senza dovermi proteggere dalla ferita
dell'autonomia....

Rincorrendo la radura di un binario morto
ho dato fuoco all'armatura mutevole
della nostra reciproca incapacità...