Sono venuti un giorno di mattina presto
sventolando ordine
nella riserva....
dissero che non avremmo più sentito niente
che non avremmo avuto più bisogno di sentire neanche lo schianto del sole
sulle nostre teste indiane....
i loro corpi speciali
contro
i nostro corpi fragili...
la loro regia
contro
il nostro rumore...
Si rimane sulla soglia di pianerottoli mentali
derubati delle parole
con gli occhi saccheggiati dal calendario del tempo....
rincorrendo la fuga immobile dei pensieri
il vortice statico della paura di se...
Accorgendosi che anche il cervello può sanguinare...
colando in viaggi obliqui
e
in tazze di caffè...
Senza riuscire a leggere i confini del corpo-altro
slegandolo dai confini del proprio
muovendosi a tentoni colpiti da cecità elettrica...
le facce spaccate a metà
da sorrisi a tradimento...
dissero che non avremmo sentito più niente
dissero che non ne avremmo più avuto bisogno...
avevano torto.
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